La quotidianità nella società è qualcosa che, anche se uno non si pone il problema delle energie che la governano, viene vissuta spesso male, con un disagio esistenziale o ancora peggio con alienazione.

Nel quotidiano spesso viviamo come automi, ci adeguiamo a chi ci sta vicino e per non sentirsi controcorrente, per non sentirsi il brutto anatroccolo, facciamo cose che non condividiamo al 100%.
L’esperimento della sincronizzazione dei metronomi è la prova empirica che quando viviamo sullo stesso piano non possiamo fare altro che adeguarci ed oscillare come oscillano tutti, con la stessa frequenza, con lo stesso tempo.

L’ordine del Drago permette, grazie al suo centro studi, di analizzare questo piano, le sue energie e offre la possibilità a tutti di venire a conoscenza di come controllare noi stessi e riuscire a vibrare secondo la nostra natura e non quella che ci impone la società odierna.


Se vuoi saperne di più sulla nostra organizzazione e il percorso che propone, ti invitiamo a consultare le seguenti sezioni:

Puoi anche contattarci al seguente indirizzo: info@ordinedeldrago.org.

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Con mente Chiara e Luminosa affronta audace il tuo Destino, senza indugio percorri la Via che conduce alla Conoscenza. Con Cuore Puro e Volontà di ferro, niente e nessuno ti può fermare. Per te ogni cosa diventa possibile.

22 Commenti

    • Certo è necessario ma una volta che ha inizio la crisi bisogna vedere la “macchina” e comprendere cosa siamo oltre ad essa … non è obbligatorio farlo però a volte è necessario e istintivo, nel senso che ti viene di farlo e forse neanche tu sai il perché però alla fine scopri che è stata la cosa più giusta .

    • La vedo diversamente… Secondo me, quando ha inizio la crisi, in realtà stiamo già vedendo la ” macchina “, o perlomeno abbiamo il sentore che ” qualcosa non va “.

  1. Non è semplice comprendere ciò che siamo e a volte può sorprenderci (negativamente e non) scoprire ogni singola sfumatura di “noi”…tendiamo a schematizzarci(attraverso il modo di vestirci, parlare, comprendere,reagire) perché lo schema offre soluzioni immediate; ma se non si cercasse più la giusta risposta e si lasciasse fluire ciò che siamo le soluzioni verrebbero da sé e non ci sarebbe più bisogno di inquadrarsi in una realtà che si ricrea con regole più o meno costanti e forse riusciremmo a creare noi la realta che più necessitiamo…piccola riflessione; voi che ne pensate ? Valentina Castalia Kb Morgan Edoardo Amà Roberta La Fenice Gabriele Mancino Simona Urso Majka Rossi

    • Sì, Iuliana, tutto quello che hai detto è sacrosanto, ci mancherebbe e sono d’accordo. C’è solo un piccolo particolare: “se non si cercasse più la giusta risposta e si lasciasse fluire ciò che siamo, le soluzioni verrebbero da sé e non ci sarebbe più bisogno di inquadrarsi in una realtà…”. Giustamente hai utilizzato il condizionale, perché è più facile a dirsi che a farsi. Tutti i giorni lottiamo con una mente programmata in un certo modo, di questo me ne rendo conto momento per momento in ogni situazione quotidiana, in ogni cosa che dico e che faccio. Sono azioni mie, soppesate, decise, frutto della mia volontà? Sono pensieri e parole miei, decisi, soppesati, frutto della mia volontà? Per la maggior parte la risposta è no. Ora, il nodo sta proprio qui, e voi tutti sapete che un lavoro come questo richiede tempo, costanza, concentrazione, noi soli all’interno di un qualcosa, che definiamo “realtà”, questo concetto che sta perdendo potere, ma che è ancora incredibilmente presente, ahimè. Dunque, siamo tutti d’accordo su quello che bisognerebbe fare (condizionale), ma queste sono parole che svaniscono nell’aria, dopo che l’emisfero sinistro le ha registrate e le ha inserite nel cassettino “danger”.

    • Certe cose dette al momento giusto hanno un gran valore secondo me. Certi libri certe conversazioni fatte di parole che vanno al di là di sé stesse. E appunto sembrano rompere per un attimo la risonanza incantatrice della società

    • Vero é come ricevere una botta in testa …. a volte più leggera , a volte molto dolorosa , a volte semplicemente “illuminante “, un flash,ma sicuramente che da una scossa interiore, ed è questo che conta : lo smuovere qualcosa in noi.

  2. Cmq concordo con Iuliana spesso la ricerca del “giusto ” ci imprigiona in una frequenza che in realtà non è nemmeno nostra. I nostri pensieri non ci appartengono infatti se cambiate zona geografica lingua comunità ecc cambiano anche loro. Perché ci sintozxiamo sul fuori. Ecco perché siamo così negati in musica e ballo : siamo schiavi di chi ci dà il ritmo da fuori. Nessuno sa ascoltare la propria musica

  3. Dai raga non scherziamo …. chissene dovrebbe fregare di apparire un brutto anatroccolo …… altro che… alla fine copiano pure ….

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