Un mendicante si recò da un imperatore e gli disse:” Se mi farai la carità, esiste una condizione”.

L’imperatore aveva visto molti mendicanti, ma mai qualcuno che ponesse condizioni. Questo mendicante era davvero strano, un uomo con molto potere, era un mistico sufi. Aveva fascino, carisma e la sua personalità aveva un’aura. Persino l’imperatore provò un po’ di gelosia. Di che condizioni parlava?

L’imperatore gli chiese: “Che cosa intendi dire? Quale condizione?”.

Il mendicante rispose: “Questa è la mia condizione: accetto la tua carità solo se riesci a riempirmi completamente la ciotola”.

Si trattava di una piccola ciotola da mendicante e il re rispose: “Che cosa credi che sia? Un mendicante? Credi che non possa riempire questa piccola e lurida ciotola?”.

Il mendicante rispose: “Ho pensato fosse meglio dirtelo prima, perché dopo potresti avere dei problemi. Se pensi di poterla riempire, riempila”.

Il re convocò il suo visir e gli ordinò di riempirla di pietre preziose: diamanti, rubini, smeraldi… che questo mendicante sappia con chi sta parlando!

Ma ecco sorgere le difficoltà. La ciotola veniva riempita, ma il re era sbalordito: non appena le pietre cadevano nella ciotola, scomparivano. Il re divenne furioso e disse al suo visir: “A costo di perdere il mio regno e di svuotare i mie forzieri, non voglio che questo mendicante mi sconfigga. Sarebbe troppo!”.

Si narra che tutti i tesori scomparirono e pian piano il re divenne un mendicante; ci vollero mesi… e il mendicante era ancora lì e il re era lì, tutta la popolazione della capitale era presente e si domandava che cosa stava succedendo, che cosa sarebbe accaduto perché tutto scompariva nella ciotola. Alla fine il re cadde ai piedi del mendicante e gli disse: “Perdonami, ma prima di partire devi dirmi una cosa. Qual’è il segreto di questa ciotola? Tutto è scomparso all’interno!”.

Il mendicante rise e rispose: “E’ fatta di ego umano. Ho costruito questa ciotola con l’ego umano: tutto scompare all’interno e nulla lo soddisfa mai”.


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3 Commenti

  1. Quindi l’ io si differenzia dal vero se, e sarebbe stato giusto rispondergli che non vi era niente che valesse quanto la ciotola. L’ avarizia del re ne ha fatto uno schiavo del suo ego. E come ci si può liberare dall’ ego?

    • Ordine del Drago Rispondi

      Sono molte le religioni e le filosofie che spiegano come “liberasi” dall’ego, ma questo non è possibile. L’ego può essere solo equilibrato e sulla base di questo equilibrio è possibile poi lavorare su se stessi

  2. Roberto Greco Rispondi

    Un sano ego accompagnato da una buona dose di autocritica, è certamente un deterrente per crescere. Ritenere di sapere tutto è un insulto alla scienza e appartiene agli stolti. Per quanto siano diffuse al giorno d’oggi queste due categorie la risposta la lascio al sapere altrui o alla libera immaginazione

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