Ogni cosa ha una fine e nel tempo, per equilibrio, diventa il suo opposto.
La fine della notte è il giorno, la fine della tristezza è l’allegria, la fine del sonno è la veglia, la fine del dolore è la gioia, la fine della guerra è la pace…. e viceversa…
Ma cosa vuol dire la “fine” di una cosa?
La fine di una cosa è l’inizio del suo opposto. Tutta la vita è situata tra opposti. Ogni cosa è il risultato di due forze contrarie che tendono a controbilanciarsi l’una con l’altra e a produrre così un equilibrio.
Qualcosa controlla gli avvenimenti e la vita stessa. Nulla può rimanere agli estremi.
Cosa succederebbe se ciò che conosciamo in questa vita non incontrasse il suo contrario?
Apparentemente potrebbe sembrare molto rassicurante; quanto meno se ci potesse essere discrezionalità…
Ma, oltre al fatto che una cosa protratta all’infinito non potrebbe neppure essere percepita come tale senza il suo opposto, ciò che si creerebbe sarebbe il caos, l’entropia, la distruzione.
Basti pensare ad una pioggia protratta all’infinito…
Posto quindi che è necessario, sapere tutto ciò e conoscere in sé stessi i propri estremi, può aiutare a diventarne consapevoli in modo da riuscire un giorno a gestire l’equilibrio, più che a subirlo.
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