Viviamo non accorgendoci che in noi vivono moltissimi IO.
Ma quel che è peggio è che siamo costantemente identificati con ciascuno di essi. Se uno dei nostri IO si arrabbia pensiamo “sono arrabbiato”, se un altro dei nostri IO si rallegra pensiamo “sono contento”, o ancora se un nostro IO si preoccupa pensiamo “sono preoccupato”, e così via.
Dovremmo invece iniziare a vedere tutto questo sotto un’altra luce: non considerare più ciascun IO come noi stessi, bensì come una parte che appare e scompare, a seconda delle circostanze, e che pensa ed agisce al posto nostro.
Occorre uno sforzo per iniziare a notare quanti IO siamo in realtà. E ne occorre uno ancora maggiore per smettere di identificarci con ciascuno di essi.
Tutto questo è possibile, ma richiede la capacità di non dare tutto per scontato, di non pensare di conoscerci realmente e di non limitarci a considerare ogni parte di noi come semplice “carattere”.
Gli IO sono esseri che vivono la nostra vita, agendo ognuno per sé, tendenzialmente senza mettersi d’accordo tra loro.
E se non ci sforziamo di osservarli all’opera, continuano a sfuggire al nostro controllo, togliendoci la possibilità di scoprire cosa si nasconde dietro tutta quella confusione.
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