Una volta, due monaci, Tanzan e Ekido, stavano attraversando un torrente quando scorsero una bella ragazza in kimono e sciarpa di seta che cercava, senza riuscirci di fare altrettanto.

Tanzan, senza pensarci, la prese in braccio e la portò dall’altra parte.

Ekido non disse nulla finché quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte.
Allora non poté più trattenersi.

“Noi monaci non avviciniamo le donne” disse a Tanzan ” e meno che meno quelle giovani e carine. È pericoloso. Perché l’hai fatto?”. Lo rimproverò.

“Io quella ragazza l’ho lasciata laggiù sulla riva” disse Tanzan. “Tu invece la stai ancora portando con te?”.


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3 Commenti

  1. Rev. Dott. Corrado Yuimakitsu Cameroni Rispondi

    È un racconto tratto, mi sembra, da 101 Storie Zen. Spesso ci troviamo a portare dei pesi che ci affliggono,come il pensiero delle due ragazze ha afflitto la giornata del monaco. Credo che il Buddhismo consista nel liberarsi dei pesi che si ci affliggono ma che spesso ci creiamo da noi stessi. Poche volte io ci riesco non so se solo grazie a me stesso od anche con l’aiuto del Buddha. Ma comunque recito il Nembutsu, come segno della Fede nella Grazia di Amida. Il jiriki è in noi, ma forse non riesco a utilizzarlo come i Maestri hanno più volte mostrato. Ma non sono frustrato più di tanto… Dove non arriva il potere proprio arriva quello del Buddha e intendo la Sua Grazia Salfifica. Ipegnamoci tutti, mi permetto di ricordarlo per primo a me stesso, nel non ferire intenzionalmente gli esseri, e il Buddha, con la Sua Compassione ci assista tutti. Mi piace ricordare anche un frase di Shinran Shonin :”Se i Santi entrano nel Paradiso di Amida a maggior ragione vi entrano i Peccatori”. Namu Amida Butsu Namu. Rev. Dott. Corrado Yuimakitsu Cameroni prete buddhista di Scuola giapponese. Jodo Shinshu. Novara.

    • È interessante la purificazione arriva non dalla sofferenza ma dal nonvesserci

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