Don Juan svela a Castaneda i segreti dei quattro nemici naturali dell’uomo: La Paura, la Lucidità, il Potere, la Vecchiaia.

Don Juan: Quando un uomo comincia a imparare, non sa mai con chiarezza quali sono i suoi obiettivi. Il suo scopo è imperfetto, il suo intento è vago. Spera in una ricompensa che non si concretizzerà mai, perché non sa nulla delle difficoltà dell’imparare. Comincia lentamente a imparare, dapprima poco a poco, poi a grandi passi.

E presto i suoi pensieri entrano in conflitto. Quello che impara non è mai quello che ha sperato o immaginato, e così comincia ad aver paura. Imparare non è mai quello che ci si aspetta. Ogni passo dell’imparare è un compito nuovo, e la paura che l’uomo prova comincia a salire implacabilmente, inflessibilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia. Così si imbatte nel primo dei suoi nemici naturali: la Paura!

Un nemico terribile, traditore, e difficile da superare. Si tiene nascosto a ogni svolta della strada, in agguato, aspettando. E se l’uomo, atterrito dalla sua presenza, fugge, il nemico avrà messo fine alla sua ricerca.

Carlos Castaneda: Che cosa accadrà all’uomo che fugge per il terrore?

Don Juan: Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai. Non diventerà mai un Uomo di Conoscenza. Sarà forse un uomo borioso, o innocuo, o spaventato… in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri.

Carlos Castaneda: E che cosa può fare per vincere la paura?

Don Juan: La risposta è semplicissima. Non deve fuggire. Deve sfidare la sua paura. E a dispetto di essa, deve compiere il passo successivo nell’imparare, e il successivo e ancora il successivo. La sua paura deve essere completa, tuttavia non si deve fermare. Questa è la regola! Verrà il momento in cui il suo primo nemico volgerà in ritirata. L’uomo comincia a sentirsi sicuro di sé. Il suo intento diviene più forte. Imparare non è più un compito terrificante. Quando arriva questo lieto momento, l’uomo può dire senza esitazione di aver sconfitto il suo primo nemico naturale.

Carlos Castaneda: Ciò avviene tutto in una volta oppure poco a poco?

Don Juan: Avviene poco a poco, tuttavia la paura è vinta improvvisamente e rapidamente.

Carlos Castaneda: Ma l’uomo non avrà ancora paura, se gli succederà qualcosa di nuovo?

Don Juan: No. Una volta che un uomo ha vinto la paura, ne è libero per tutto il resto della sua vita, perché, invece della paura, ha acquistato la lucidità: una lucidità mentale che cancella la paura. A questo punto l’uomo conosce i suoi desideri, sa come soddisfarli. Può anticipare i nuovi passi dell’imparare, e una limpida lucidità circonda ogni cosa. L’uomo sente che nulla è nascosto. Così incontra il secondo dei suoi nemici naturali: la Lucidità!

Quella lucidità mentale, che è così difficile da ottenere, scaccia la paura, ma al contempo acceca. Costringe l’uomo a non dubitare mai di se stesso. Gli dà la sicurezza di poter fare tutto quello che gli piace, perché vede chiaramente in tutto.

Ed è coraggioso, perché è lucido, non si ferma davanti a nulla, perché è lucido. Ma tutto questo è un errore, è come qualcosa di incompleto. Se l’uomo si arrende a questo falso potere, ha ceduto al suo secondo nemico e sarà maldestro nell’imparare. Si affretterà, quando dovrà essere paziente, o sarà paziente, quando dovrebbe affrettarsi… E sarà maldestro nell’imparare, finché non cederà, incapace di imparare più nulla.

Carlos Castaneda: Che ne è di un uomo sconfitto in tal modo? Muore, come risultato?

Don Juan: No, non muore. Il suo secondo nemico lo ha semplicemente bloccato, impedendogli di diventare un Uomo di Conoscenza. Egli potrà, invece, trasformarsi in un allegro guerriero o in un pagliaccio. Tuttavia la lucidità, pagata a così caro prezzo, non si trasformerà mai più nella tenebra e nella paura. Avrà la lucidità, finché vivrà, ma non imparerà, o bramerà, più nulla.

Carlos Castaneda: Ma che cosa deve fare per evitare di essere sconfitto?

Don Juan: Deve fare quello che ha fatto con la paura: deve sfidare la sua lucidità e usarla solo per vedere, aspettare con pazienza e misurare con cura, prima di fare nuovi passi. Deve pensare, dopotutto, che la sua lucidità è quasi un errore.

E verrà un momento in cui comprenderà che la sua lucidità era solo un punto davanti ai suoi occhi. Così avrà superato il suo secondo nemico, e sarà in una posizione in cui nulla potrà mai nuocergli. Questo non sarà un errore. Non sarà solamente un punto davanti ai suoi occhi. Sarà vero potere. A questo punto saprà che il potere che ha inseguito così a lungo è finalmente suo. Può fare tutto quello che vuole. Il suo alleato è al suo comando. Il suo desiderio è la regola. Vede tutto quel che è intorno a lui. Ma si è anche imbattuto nel terzo dei suoi nemici naturali: il Potere!

Il potere è il più forte di tutti i nemici. Naturalmente la cosa più facile è arrendersi. Dopotutto un uomo a questo punto è veramente invincibile. Comanda, comincia col correre rischi calcolati e finisce col creare regole, perché diventa un padrone. A questo stadio difficilmente l’uomo si rende conto che il nemico lo sta circondando. E improvvisamente, senza saperlo, avrà certamente perduto la battaglia. Il suo nemico lo avrà trasformato in un uomo crudele e capriccioso.

Carlos Castaneda: Perderà il suo potere?

Don Juan: No, non perderà mai la sua lucidità o il suo potere.

Carlos Castaneda: Allora che cosa lo distinguerà da un Uomo di Conoscenza?

Don Juan: Un uomo che è sconfitto dal potere muore senza sapere veramente come tenerlo in pugno. Il potere è solo un fardello sul suo destino. Un tale uomo non ha il comando su se stesso, e non può sapere quando o come usare il suo potere.

Carlos Castaneda: La sconfitta da parte di uno qualsiasi di questi nemici è una sconfitta definitiva?

Don Juan: Certo che è definitiva. Una volta che uno di questi nemici ha avuto il sopravvento su un uomo, non c’è nulla che questi possa fare.

Carlos Castaneda: È possibile, per esempio, che l’uomo sconfitto dal potere possa vedere il proprio errore e correggersi?

Don Juan: No. Quando un uomo cede è spacciato.

Carlos Castaneda: Ma che cosa accadrebbe, se fosse accecato temporaneamente dal potere e poi lo rifiutasse?

Don Juan: Significherebbe che la sua battaglia ancora continua. Significherebbe che sta ancora cercando di diventare un Uomo di Conoscenza. Un uomo è sconfitto solo quando non tenta più, e si lascia andare.

Carlos Castaneda: Allora è possibile che un uomo si abbandoni per anni alla paura, ma alla fine riesca a vincerla?

Don Juan: No. Se cede alla paura, non la vincerà mai, avrà paura di imparare e non tenterà più. Ma se cerca per anni di imparare, pur in mezzo alla paura, alla fine la vincerà, perché non si è mai veramente abbandonato a essa.

Carlos Castaneda: Come può sconfiggere il suo terzo nemico, don Juan?

Don Juan: Deve sfidarlo, deliberatamente. Deve arrivare a rendersi conto che il potere da lui apparentemente conquistato in realtà non è mai suo. Deve stare sempre in guardia, tenendo in pugno con cura e con fede tutto ciò che ha imparato. Se riuscirà a vedere che la lucidità e il potere, quando manca il proprio controllo su di sé, sono peggio ancora di errori, raggiungerà un punto in cui tutto è tenuto sotto controllo. Saprà allora come e quando usare il suo potere.

E in questo modo avrà sconfitto il suo terzo nemico. L’uomo sarà, ormai, alla fine del suo viaggio di apprendimento, e si imbatterà, quasi senza esserne stato avvertito, nell’ultimo dei suoi nemici naturali: la Vecchiaia!

Questo nemico è il più crudele di tutti, il solo che non potrà essere sconfitto completamente, ma solo scacciato. Questo è il momento in cui l’uomo non ha più paure, non ha più un’impaziente lucidità mentale, un momento in cui il suo potere è tutto sotto controllo, ma anche il momento in cui prova un irresistibile desiderio di riposare.

Se si arrende totalmente al desiderio di lasciarsi andare e dimenticare, se si adagia nella stanchezza, avrà perduto l’ultimo combattimento, e il suo nemico lo ridurrà a una creatura debole e vecchia. Il suo desiderio di ritirarsi annullerà tutta la sua lucidità, il suo potere, e la sua conoscenza.

Ma se l’uomo si spoglia della sua stanchezza e affronta il proprio destino, può allora essere detto Uomo di Conoscenza, pur se soltanto per il breve momento in cui riesce a sconfiggere il suo ultimo e invincibile nemico. Quel momento di lucidità, di potere e di conoscenza, è sufficiente.


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